Tempio della Pace

Parrocchia SS Nome di Gesù alla Pace in Padova

PROFUGHI, INVITO DEL VESCOVO «AI MIGRANTI DOVERI CIVILI MA ANCHE DIRITTI E OSPITALITÀ»

Corriere del Veneto” di Domenica 07 Gennaio 2018, pagina 9


Cipolla alla Festa delle genti: 25 milioni spesi per i Paesi poveri

PADOVA «Aprite le porte ai migranti. A loro vanno riconosciuti doveri sociali, ma anche diritti». Claudio Cipolla, vescovo di Padova, sceglie il tempio della Pace e la Festa delle genti per ribadire il suo pensiero in tema di accoglienza: l’apertura cui si ispira la Chiesa di Francesco, che ha portato il monsignore a confliggere, per quanto in modo silenzioso, con la politica che ha retto Padova fino allo scorso giugno: il no profughi della Lega, riaffermato a più riprese dall’ex sindaco, Massimo Bitonci.

Durante la messa si alternano lingue diverse, dal croato all’inglese, dal francese al cinese. È uno dei modi con i quali la diocesi cerca di unire la società nelle sue differenze: «Siamo una fratellanza universale e questo è un evento molto significativo – dice il vescovo di fronte a un centinaio tra padovani e immigrati –, a dimostrazione che non dobbiamo avere paura dell’altro. Voi migranti siete un segno di vitalità».

L’omelia serve a Cipolla per ribadire: la Chiesa è aperta a tutti quelli che cercano conforto: «Invito tutti ad aprire le porte ai migranti che scappano dalla loro casa, dalla miseria, dall’oppressione. A queste persone in difficoltà vanno riconosciuti sia i doveri sociali sia i diritti – ha affermato il vescovo – Migrare è una cosa bellissima ma non se si è costretti. Noi stiamo facendo del nostro meglio per aiutare le persone nei Paesi poveri». Il riferimento è all’investimento nel 2016 di 25 milioni di euro da parte della diocesi di Padova e delle associazioni collegate. Il denaro è servito per scuole e ospedali, quindi a portare avanti progetti di formazione, come «Prima le mamme e i bambini. 1000 di questi giorni»: iniziativa di Medici con l’Africa Cuamm che mira a insegnare alle donne le corrette abitudini alimentari per i loro figli.

«Vi invito alla marcia del 14 gennaio ad Agna – ancora il monsignore –. Cammineremo per portare conforto in zone delicate. Vogliamo stare accanto ai profughi che soffrono e vivono in condizioni inumane, ma anche agli operatori dei centri che si trovano a dover gestire realtà complicate. Non dimentichiamo però che ci sono anche i cittadini di quei paesi che ospitano i centri profughi: anche loro meritano attenzione. Vogliamo esprimere la vicinanza anche a loro, che vivono in una situazione certamente difficile. Vogliamo aiutare i cittadini a capire che l’altro non è un pericolo ma una risorsa».

Monsignor Cipolla ha le idee chiare sulle responsabilità della società rispetto ai profughi: «Viviamo in un mondo egoista e chiuso in se stesso, come un adolescente, rivolto solo al consumismo. Come possiamo non ascoltare il loro grido di dolore, le loro urla, i loro pianti? – chiede il vescovo – I profughi ci parlano di un mondo che sta male e attende giustizia. Se tutto il mondo, soprattutto politico, si facesse carico della sofferenza di gran parte della terra le migrazioni sarebbero solo quelle frutto della libertà. Diamo il benvenuto ai profughi perché quello che potevamo fare per non “costringere a partire” lo stiamo facendo».

Silvia Moranduzzo