«I PADOVANI FACCIANO SPAZIO AI MIGRANTI»

Il Mattino di Padova” di Domenica 07 Gennaio 2018, pagina 19


Cipolla incontra le comunità straniere: «Se la politica si facesse carico delle sofferenze, non si sarebbero esodi costretti»

«Voi immigrati siete un segno di vitalità e siete i benvenuti. Se tutto il mondo, soprattutto politico, si facesse carico delle sofferenza di grande parte della terra, le migrazioni sarebbe solo quelle frutto della libertà. Per questo invitiamo a fare spazio nelle nostre case e invitiamo le nostre parrocchie e i nostri comuni ad ascoltare e ad avere misericordia di chi segue la propria stella». Pesano le parole pronunciate ieri dal Vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla, durante il tradizionale appuntamento con le comunità straniere. E pesano soprattutto sulle coscienze di chi continua a respingere il concetto di accoglienza dello “straniero” per scopi legati esclusivamente al consenso elettorale, cristallizzando il dibattito lontano dai reali bisogni della collettività. Nel giorno dell’Epifania (e ad una settimana dalla giornata del migrante e del rifugiato di domenica 14 gennaio) si è svolta al Tempio della Pace la Festa delle Genti, abituale momento di festa nella preghiera tra le comunità cattoliche di altra madrelingua.Un’occasione di condivisione della stessa fede tra persone provenienti da diverse parti del mondo, animata dalla messa celebrata da monsignor Cipolla. Davanti a cittadini residenti a Padova, ma originari delle Filippine, della Cina, Nigeria, Bangladesh, India, Romania, Armenia, e molti altri paesi del mondo, Cipolla ha fatto suo il messaggio che, soprattutto negli ultimi mesi, sta diffondendo anche papa Francesco: «In un contesto culturale ripiegato su se stesso, in forma quasi adolescenziale, dedito a conservare e consumare il proprio benessere difendendolo da chi sta elemosinando, come il povero Lazzaro, una briciola, in un contesto di crisi spirituale profonda, senza un orizzonte, senza una stella, voi siete i benvenuti», ha detto rivolgendosi ai circa 300 immigrati presenti. «E nel farvi carico dei vostri doveri sociali, siano riconosciuti i vostri diritti».Il Vescovo Cipolla ne ha poi voluto elogiare il coraggio, con un pensiero a chi invece non riesce a partire per cercare la propria libertà: «Umanamente e spiritualmente avete osato per amore e vi siete spostati dal vostro paese, rischiando la stessa vita. Ora siete qua, con noi, testimoni della forza di attrazione di una stella. Avete risposto a una chiamata che si è presentata come bisogno di un lavoro, di futuro per la propria famiglia, di ricerca di senso per voi stessi. Ma oggi il mio pensiero va a chi non ha la libertà di muoversi perché non è libero. Ha sogni, desideri di bene, di pace, di giustizia ma non può muoversi e deve assistere alla disperazione e alla morte dei propri cari». E mentre chiede ai padovani di «fare spazio nelle case» Cipolla non dispensa certamente la Chiesa dai propri doveri: «Le nostre parrocchie devono ascoltare e avere misericordia di chi segue la propria stella. Ai cristiani chiedo: come possiamo non ascoltare il grido di dolore, le loro urla, i loro pianti? I profughi ci parlano di un mondo che sta male e che attende giustizia. Noi come comunità diocesana stiamo facendo quanto ci è possibile e molti di noi stanno condividendo la vita in paesi poveri. Oltre 25 milioni di euro sono stati investiti lo scorso anno per non costringere popoli a scappare dai propri paesi e dalla propria terra, costruendo scuole, ospedali e formando operatori sociali».

Luca Preziusi