“Avvenire” di Domenica 07 Gennaio 2018, pagina 4
Padova
In quella stella che indicava il cammino ai Magi, che tracciava una direzione e portava a una meta, c’è il segno di una chiamata, di un orientamento che viene da Dio, ma c’è anche il motivo che porta l’uomo al mettersi in viaggio. Farsi orientare dalla stella è seguire la propria vocazione. Il vescovo di Padova, Claudio Cipolla, di fronte alle comunità cattoliche di altra madrelingua che hanno partecipato alla “Festa delle genti”, ha sottolineato il valore della libertà di poter seguire la propria chiamata. «Per tutti gli uomini e le donne c’è una stella che spunta e indica una strada. È un orizzonte, un sogno. Sono gli stimoli interiori che danno coraggio e forza per mettersi in cammino».
Nella metafora del viaggio si nascondono però tante verità. C’è chi è libero come i Magi di seguire la propria vocazione, c’è chi invece è impedito da altri o da se stesso. Gli immigrati hanno avuto il coraggio di aver «osato per amore dei figli, delle moglie e dei mariti, per fiducia nel futuro, per obbedire a una vocazione ». «Cari immigrati voiun segno di vitalità – ha affermato il vescovo Cipolla –. In un contesto culturale ripiegato su stesso, in forma quasi adolescenziale, dedito a conservare e consumare il proprio benessere difendendolo da chi sta elemosinando, come il povero Lazzaro, unabriciola, in un contesto di crisi spirituale profonda, senza un orizzonte, senza una stella, voi siete i benvenuti ». E, pensando a quanti sono privati della libertà di partire (dalla Terra Santa alla Libia, al Venezuela) o costretti a farlo da guerre, povertà e ingiustizie, Cipolla ha sollecitato «a fare spazio» a chi segue la propria stella, senza dimenticare che «se tutto il mondo, soprattutto politico, si facesse carico delle sofferenze di grande parte della terra, le migrazioni sarebbero solo quelle frutto della libertà».
Sara Melchiori